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È possibile mangiare il miele?

Non è facile rispondere alla domanda posta intorno al possibile rapporto esistente tra il miele e il diabete nella dieta prevista e utilizzata da una persona affetta da tale patologia. In realtà, è nello stesso nome che viene spesso e in specie utilizzato per classificare e individuare il diabete che si può avere una prima approssimazione di quella che potrebbe essere la definizione, in senso più o meno negativo, di tale presunto rapporto.

Quando si parla del diabete, infatti, non è raro sentire il termine completo di diabete mellito: tale secondo termine, ossia “mellito”, sia chiaro, si rifà proprio al miele, in quanto significa dolce come il miele. Da questa sua propria prospettiva, allora, si può cercare di prendere i primi passi per trovare una risposta efficace a chi si domanda se il miele possa costituire, per un soggetto affetto da diabete, una buona alternativa allo zucchero o meno.

E sul punto, per quanto molti propendano per ritenere possibile ricorrere a tale dolce alimento in sostituzione dello zucchero, pare in realtà che ci si debba orientare verso la soluzione opposta, e dunque rispondere negativamente. Una simile soluzione non è di certo campata per aria, ma si fonda invece su una analisi dei due tipi di alimenti, condotta, è chiaro, in ottica di comparazione.

La composizione del miele

Tale risposta in senso negativo si fonda dunque sul fatto che il miele si caratterizza in effetti per un quantitativo di zuccheri semplici e di calorie molto simile a quello contenuto nel normale zucchero: ed è chiaro che zuccheri semplici e calorie debbano essere verificati con estrema attenzione nell’ambito di una dieta pensata per un soggetto affetto da diabete.

Oltretutto, è chiaro che il miele è in specie molto caratterizzato da presenza di fruttosio, il quale è pure più dolce dello zucchero, e dunque si potrebbe anche riconoscere che sia sufficiente, ove lo si volesse utilizzare come edulcorante, che sarebbe necessaria una quantità minore di miele rispetto a quanta ne sarebbe necessaria se si ricorresse allo zucchero. Però, purtroppo, essendo il miele un alimento liquido, il suo dosaggio diviene quanto mai complicato.

Il miele è però anche ricco di minerali e vitamine, e dunque di sostanze molto utili per l’organismo della persona; questo al contrario di quanto avviene con lo zucchero il quale, invece, si compone di calorie vuote, che danno molta energia ma ben pochi micronutrienti.

L’esito definitivo del paragone

e possibile mangiare il mieleIn sintesi, perciò, il miele e lo zucchero potrebbero essere utilizzati in alternativa in maniera del tutto indifferente, ma, è chiaro, moderandone le quantità: in questo vi potrà di certo aiutare il vostro medico o il vostro nutrizionista. Il miele è dunque tutto sommato preferibile, ma consumato in quantità minime e secondo consigli del medico.

Infatti, non conta qui solo ed esclusivamente la qualità dell’alimento considerato, ossia il cosiddetto indice glicemico, ma anche, e forse soprattutto, il quantitativo ingerito, ossia il cosiddetto carico glicemico. Qui, comunque, l’indice glicemico del miele è pari a 55, mentre quello dello zucchero (ossia del saccarosio) è pari a 61.

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Indice

  • La composizione del miele
  • L’esito definitivo del paragone

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